Il testo sacro
Ognuno ha il suo testo sacro.
I Sikh hanno il Guru Grant Sahib, i Buddisti il Tripitaka, i Taoisti il Tao Te Ching e via così…
E anche io ho il mio.
Era un giorno di aprile del 1987. Da appena un mese avevo preso servizio nella mia nuova sede di lavoro, l’ufficio agricolo della Regione Emilia Romagna di Pavullo nel Frignano. Dal marzo 1985, al mio ingresso nell’Ente, avevo invece lavorato a Ravenna. Nel mentre avevo fatto anche il servizio militare.
Con un collega andammo a fare un sopralluogo ad una piccola azienda. Era condotta a part-time da un dipendente dell’ufficio finanze di Sassuolo. Teneva una cinquantina di pecore in una vecchia casa in località Maranello di Gombola, comune di Polinago. Nel raccontarci con contagioso entusiasmo tutte le meravigliose prospettive economiche che lo aspettavano allevando pecore, mi mostrò un libro che aveva acquistato e dal quale era originata tutta la sua “fede”: OVINICOLTURA PRATICA, scritto da un allevatore che nelle colline bolognesi aveva impiantato negli anni precedenti una azienda “moderna” di pastorizia. Pubblicato da Edagricole senza che passasse prima dalle mani di un bravo editor. I periodi sono lunghissimi, pieni di incisi e congiunzioni, era difficile tenere il filo del discorso. Ma non era quello il problema maggiore. I calcoli economici contenuti erano completamente sballati. Basati su un numero di parti all’anno, numero di nati vivi per ogni parto, mortalità e necessità di rimonta assolutamente teorici e ben diversi dalla realtà. Ma di questo me ne accorsi solo negli anni successivi allevando pecore direttamente, quando ormai per me era “troppo tardi…”.
Il libro era comunque ben fatto, ricco di consigli su come organizzare i pascoli dividendo in settori i terreni e con tanti semplici disegnini a spiegare ogni aspetto dell’allevamento ovino.
Tornato dal sopralluogo, anche io acquistai immediatamente quel libro. Tutti i miei trascorsi di studi superiori di agraria e universitari di Veterinaria si coagularono davanti a quelle pagine. Precipitai in pochi giorni “nell’abisso degli amanti delle pecore”, un “buco nero” dal quale, nonostante tutto quello che ho dovuto sopportare finora come “pastore”, non sono più riuscito ad uscirne. 😃
Pensavo di aver perso questa mia preziosa reliquia. Poi improvvisamente qualcuno (non so ancora chi…) me lo ha messo sulla mia scrivania dell’ufficio regionale dove lavoro a part time e dove non passavo dalla fine di febbraio. Probabilmente lo avevo prestato e, come succede spesso con i libri, poi non era più tornato indietro….
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