Azienda Agricola
CASA CAPUZZOLA

Dal produttore al consumatore..

Via Verica 135   
41026    Pavullo (MO)
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C'e poi qualcuno che ha sempre fatto quello che ha voluto senza mai chiedere un permesso, abusando della nostra tolleranza di confinanti fino a quando ha esagerato e ci siamo stancati, e che gli uffici comunali ora NON intendono disturbare, nonostante le leggi e la nostra continua richiesta di intervenire ?

Clicca sulle 'immagini sotto per vedere i documenti ed i dettagli che raccontano questa storia, nata nel 1993 e non ancora finita ...........


I FATTI ed i documenti=

1993-1995 =A confine con la nostra azienda, nella medesima area cortiliva, esiste da sempre un piccolo fabbricato uso stalla e fienile di circa 30 mq, alto circa 5 metri, di proprieta' di altre persone non residenti. In queglii anni, il fabbricato viene ampliato su tutti i lati con tettoie aperte, opere apparentemente precarie, per tenere coperto del fieno. Allo stesso scopo, viene costruita ex-novo una tettoia dove prima c'era un prato.= tutte queste opere a distanza non regolare dal nostro confine. I rapporti con i vicini sono pero' molto buoni, la tipologia e la destinazione d'uso di questi ampliamenti non ci preoccupa, e non ci interessa quindi verificare se i vicini hanno ottenuto o meno le necessarie autorizzazioni
prima di fare i lavori.


1994





2001

1992


1995



1995


1999-2000 = I rapporti con il vicinato sono cambiati, ma non ci sono ancora motivi di litigare, nonostante quelle che erano tettoie per il fieno siano diventate ricoveri per animali, a distanza comunque non regolare dal nostro confine. La tolleranza prevale.
Nel 1999 una parte dell'ampliamento realizzato nel 1994 riusciamo anche a convincere i vicini a demolirlo, che dava fastidio ai movimenti dei mezzi agricoli nel cortile, anche a loro....


2001 = Nell'estate i vicini decidono di iniziare lavori di ristrutturazione di questo fabbricato ampliato nel 1993-95. A lavori avviati, appare via via sempre piu' chiaro il loro intento = trasformare il fabbricato e gli ampliamenti in un nuovo fabbricato ad uso abitazione civile. A quel punto la nostra pazienza raggiunge il limite = non siamo disposti a mettere in discussione la tranquillita' ed il valore economico dei fabbricati agricoli,dove abbiamo investito 20 anni del nostro lavoro, lasciando sorgere una altra abitazione a pochi metri nello stesso cortile, dove siamo certi non ci sono le condizioni urbanistiche per farlo.. Non siamo disposti a lasciare che il cortile diventi un condominio. Chiediamo spiegazioni e garanzie ai confinanti senza coinvolgere nessuno, per oltre 18 mesi di estenuante trattativa privata, senza alcun risultato fino all'autunno 2002.

     


2002= Le intenzioni dei vicini non sono cambiate, la tranquillita' ed il valore dei nostri immobili sono sempre piu' a rischio. In settembre, almeno per fermare ulteriori lavori, non abbiamo altre alternative che chiedere all'Amministrazione di vedere le concessioni rilasciate ai vicini, con un nostro dettagliatissimo esposto fotografico sui lavori effettuati fino a quel momento.(click)
Abbiamo cosi' immediatamente certezza che tutto quello che e' stato fatto da loro dal 1993 in avanti e' avvenuto senza alcuna autorizzazione comunale = sono tutti lavori abusivi.
Come del resto noi sospettavamo da tempo, vista la loro tipologia...(click)


L'Amministrazione effettua quindi un sopralluogo in ottobre, e ci risponde che ha quindi avviato un procedimento a loro carico (click). Il procedimento si conclude con una ordinanza di ripristino dei luoghi, da eseguirsi entro il 28 febbraio 2003. Alla fine di dicembre 2002 noi chiediamo formalmente l'accesso agli atti nella cartella di questo procedimento, ritenendo di averne necessita' per difendere interessi giuridicamente rilevanti (click).


2003= Nel gennaio 2003, per ritorsione i vicini scrivono anche loro all'Amministrazione (click). Una lettera in cui chiedono di accedere anche loro agli atti su tutto quello che abbiamo costruito noi negli anni. Le loro motivazioni sono pressapoco queste "visto che hanno costruito tante cose, puo' darsi che abbiano fatto qualcosa di diverso dal previsto". Che cosa potremmo aver fatto di irregolare loro non lo sanno e non lo dicono, e noi riteniamo quella loro lettera assolutamente priva di elementi utili all'Amministrazione perche' questa debba sospettare nostri eventuali abusi, e determinare quindi dispendiosi sopralluoghi. Soprattutto, gran parte dei controlli che loro chiedono vengano fatti riguardano nostri fabbricati lontani dal loro confine, quindi una richiesta di accesso agli atti priva delle indispensabili motivazioni giuridicamente rilevanti per essere considerata. Una lettera che chiunque potrebbe scrivere identica chiedendo, anche senza elementi da dimostrare, un controllo a casa di qualsiasi cittadino abbia avuto una concessione edilizia.
La legge prevede inoltre che una richiesta di accesso agli atti vada comunicata alla controparte= l'Amministrazione si guarda bene dal farlo con noi, e cosi' noi nemmeno ci preoccupiamo, le concessioni le abbiamo sempre chieste tutte, tramite il miglior geometra della zona, siamo a posto.

Noi comunque scriviamo alla Sig.ra ed al Comune tutti i chiarimenti che lei chiede in una lunga lettera alla meta' di febbraio (click)

Nel frattempo, la Comunita' Montana, l'altro Ente al quale i confinanti hanno scritto la medesima lettera per le questioni di vincolo idrogeologico, rispedisce al mittente la richiesta con risposta negativa in quanto priva di elementi atti appunto a dimostrare interessi giuridicamente rilevanti (click)


Ma in Comune a Pavullo la pensano diversamente su questa lettera, che scatena la fantasia del funzionario dell'Amministrazione incaricato di queste questioni, il quale si ritiene in obbligo di precipitarsi nella nostra azienda a controllare tutto quanto possibile.
Le cose immediatamente si complicano ancora di piu'

Ci sono infatti tra noi ed il Comune contrasti in corso su altre vicende (vedi pagine relative) e all'Amministrazione a questo punto, anche se non glielo hanno spiegato in nostri vicini, per come la vediamo noi non gli pare vero di avere un motivo per venire a verificare che tutto a casa nostra sia esattamente come concessionato. Chissa che qualcosa di diverso non si trovi....
Vengono cosi' compiuti, ufficialmente a seguito di quella lettera, tra la fine di febbraio e i primi di marzo 2003 due lunghi sopralluoghi nella nostra azienda.
Il funzionario dell'Amministrazione verifica con pignoleria tutte le misure di tutti i nostri immobili, allo scopo di escludere che ci siano differenze con le tante concessioni che abbiamo avuto negli anni. Chiede ed ottiene anche di entrare in tutti i locali aziendali allo scopo di verificarne la destinazione d'uso.
Insomma, un sopralluogo che piu' accurato noi non potremmo immaginare.... e che immaginiamo non sia mai stato fatto da altre parti a Pavullo (vedi alcune cose in giro che ad esempio nessuno vede)
Chiunque abbia costruito qualcosa sa' che alla fine dei lavori, nonostante la piu' buona volonta' dei geometri, qualcosa sfugge sempre, e cosi' qualche differenza viene infine trovata. Sono differenze assolutamente risibili e che non si configurano come sostanziali, le superfici utili edificate e le destinazioni d'uso sono rispettate. Qualche cm spostato in una parete interna del caseificio, un tetto con una pendenza diversa, soprattutto le modifiche alla tettoia dell'ovile che avevamo gia' comunicato noi di aver chiuso con pannelli di legno da qualche giorno stanchi di attendere la concessione richiesta a quello scopo, bloccata con quelli che noi riteniamo pretesti...... Ma queste differenze sono sufficienti secondo il comune per disporre l'archiviazione di tutte le concessioni ed autorizzazioni da noi richieste con costosissime pratiche, ed ancora inevase, e l'ordine di sospendere i lavori. Noi contestiamo tutto replicando nei dettagli, ma non riceviamo risposte degne di questo nome, e allora i lavori li facciamo lo stesso. Vedi dettagli e documenti nelle pagine relative .
Visto il trattamento che ci viene riservato, rimaniamo con il dubbio se sia meglio richiedere tante costosissime concessioni edilizie, a rischio di sbagliare poi qualche minima misura sulle carte, o invece costruire senza alcun permesso e disegno, che cosi' di sicuro non ci saranno errori.........

Lasciamo le questioni che riguardano le pratiche per le nostre costruzioni nelle pagine relative e torniamo ad occuparci degli abusi commessi dai vicini.
Alla fine di febbraio 2003, scadenza dell'odinanza n.269 del 25 nov 02, il ripristino dei luoghi NON e' stato rispettato dai vicini. A Marzo nemmeno , ad Aprile pure , e cosi' in avanti. A Luglio 2003 chiediamo quindi di nuovo con una lettera al Comune l'accesso agli atti, e spiegazioni sul fatto che l'ordinanza non e' stata fatta rispettare. (click)
Ma nessuno del Comune ci risponde per tranquillizzarci che tutto quello che doveva essere fatto e' stato fatto, lasciandoci pieni di dubbi al proposito.


A Novembre 2003, le cose non sono cambiate, i fabbricati abusivi dei nostri vicini sono ancora al loro posto e le destinazioni d'uso agricole originali non sono state ripristinate. I nostri vicini non ci hanno mai chiesto l'assenso per la eventuale regolarizzazione delle opere costruite a distanze non regolari dal nostro confine, assenso che noi saremmo anche disposti a dare pur di chiudere le questioni e finalmente chiarire le cose.
E cosi' chiediamo un appuntamento con il funzionario comunale incaricato per esercitare il nostro diritto di accesso agli atti, che avevamo sempre e solo chiesto senza pero' metterlo in pratica. Ma quando siamo ricevuti e ci troviamo nell'ufficio, il funzionario comunale si rifiuta di farci vedere la documentazione presente nella cartella successiva al dicembre 2002. Sostiene che non esiste la nostra richiesta di accesso agli atti di Luglio 2003. Inutili le nostre immediate proteste e il nostro invito a verificare seduta stante presso l'ufficio protocollo comunale l'esistenza della nostra richiesta. Usciamo dall'ufficio senza poter sapere cosa ha fatto l'Amministrazione dopo che e' scaduta l'ordinanza di ripristino, veramente arrabbiati. Mezz'ora dopo essere usciti dal suo ufficio gli facciamo avere copia protocollata della nostra richiesta, che lui diceva non esistere, ma anche questo non serve comunque per essere convocati di nuovo e vedere nella cartella quel che e' successo.
Noi abbiamo quindi l'impressione che forse il funzionario non ha piacere a mostrarci quel che forse dovrebbe esserci ma forse non c'e' nella cartella, e non insistiamo piu'. Decidiamo di aspettare ancora, magari gli serve ancora tempo..

2004= Siamo gia' alla fine di Marzo, ma le cose a Casa Capuzzola sono ancora esattamente come erano nel settembre 2001. Dell'ordinanza di ripristino dei luoghi scaduta a febbraio 2003 NON rispettata dai nostri vicini nessuno dell'Amministrazione pare preoccuparsi.
Nel frattempo, una nostra nuova diversa richiesta di autorizzazione di ottobre, per una cantina esistente, rimane inevasa presso l'ufficio edilizia senza valide giustificazioni (vedi pagine relative) e nessuno si preccupa di comunicarci quando verra' sbloccata, nonostante i nostri solleciti verbali .
E cosi' noi perdiamo la pazienza di nuovo, e scriviamo ancora al Comune, chiedendo per l'ennesima volta l'accesso agli atti nella cartella dei nostri vicini, e di avere spiegazioni sui ritardi. (click)

L'Amministrazione NON ha ancora risposto a questa nostra ultima lettera.
Forse sbagliamo, ma la nostra impressione e' che i vicini aspettano di poter utilizzare il condono edilizio nazionale varato nel 2003 per poter sistemare la questione a loro favore e regolarizzare gli abusi fatti a nostro danno, e l'Amministrazione per questo li lascia in pace.
O forse ci sono altre motivazioni che noi non vediamo; magari se l'Amministrazione si degnasse di rispondere alle nostre domande potremmo anche cambiare idea e stare tranquilli che invece quello che dovevano fare lo hanno fatto......


2005= Passa un intero anno, nel quale piu' volte sollecitiamo l'Amministrazione ad intervenire per far rispettare la sua ordinanza di ripristino dei luoghi, ma non succede assolutamente nulla. Le cose rimangono esattamente cosi' come sono dall'ottobre 2002, senza che l'ordinanza scaduta nel febbraio 2003 venga fatta rispettare. Un bell'esempio di coerenza politica con i loro colleghi di coalizione, che a Bologna intanto gridano allo scandalo contro il condono edilizio "Berlusconiano".

2006= Siamo a Febbraio. Sono passati tre anni da quando il tempo massimo concesso dall'Amministrazione per ripristinare i luoghi e' scaduto, senza che sia pero' stato fatto nulla dai nostri vicini. L'Amministrazione se ne e' forse scordata, nonostante le nostre lettere? Un tempo non c'era qualcosa nel codice penale a proposito di quei funzionari pubblici che vengono meno ai loro doveri ? Forse non c'e' piu', visto che sono tutti cosi' tranquilli......................